CF logo

Informativa Sugli Impatti Ambientali

INFORMATIVA SUGLI IMPATTI AMBIENTALI DEI MECCANISMI DI CONSENSO

(ai sensi dell’art. 66(5) MiCAR)

Ultimo aggiornamento 10 dicembre 2025

In ottemperanza all’art. 66(5) MiCAR, Olliv Italia S.r.l. (CoinFlip) rende pubbliche le informazioni sui principali impatti negativi sul clima e su altri effetti negativi connessi all’ambiente del meccanismo di consenso utilizzato per emettere ciascuna cripto-attività in relazione alla CoinFlip offre il servizio di scambio di cripto-attività per fondi, ossia Bitcoin, Ethereum e Litecoin.

Bitcoin (BTC) – Proof-of-Work (PoW)

· Meccanismo di consenso: Bitcoin utilizza Proof-of-Work, in cui i “miner” competono per validare blocchi risolvendo problemi crittografici tramite potenza computazionale. Questo garantisce sicurezza e decentralizzazione, ma richiede un ingente consumo di energia elettrica.

· Consumo energetico: Il network Bitcoin consuma circa 185 TWh di elettricità all’anno. Si tratta di un fabbisogno energetico estremamente elevato (paragonabile a quello di intere nazioni) e riflette l’elevata potenza di calcolo impiegata nella rete. In base a dati non verificati, solo circa 15% di tale energia proviene da fonti rinnovabili, il resto da fonti tradizionali, contribuendo così a un significativo impatto ambientale.

· Emissioni di CO₂ stimate: L’impronta carbonica di Bitcoin è di circa 76 milioni di tonnellate di CO₂ emesse ogni anno (Scope 2, emissioni indirette da consumo elettrico). In media, ogni transazione Bitcoin comporta un consumo energetico di ~15,7 kWh e l’emissione di ~6,5 kg di CO₂ equivalente. Questi valori rendono Bitcoin una delle reti blockchain a più alto impatto climatico.

· Misure di mitigazione: Pur essendo il protocollo PoW intrinsecamente energivoro, si stanno adottando alcune misure per ridurne l’impatto. In particolare, la comunità Bitcoin e l’industria mineraria stanno puntando sull’aumento dell’uso di energie rinnovabili nel mining, sul miglioramento dell’efficienza hardware e sull’adozione di soluzioni di scaling off-chain (es. Lightning Network) per diminuire il carico di transazioni on-chain. Vi sono anche iniziative regolamentari e volontarie per incentivare pratiche di mining più sostenibili e programmi di carbon offset. Nonostante questi sforzi, Bitcoin resta molto più dispendioso in energia rispetto ad approcci alternativi (come i sistemi Proof-of-Stake), dato che il meccanismo di consenso attuale non riduce il consumo in termini assoluti.

Ethereum (ETH) – Proof-of-Stake (PoS)

· Meccanismo di consenso: Ethereum ha adottato dal settembre 2022 un meccanismo Proof-of-Stake (PoS), abbandonando il mining PoW durante l’aggiornamento noto come “The Merge”. In PoS i validatori sostituiscono i miner, stakeando (bloccando e mettendo in garanzia) cripto-attività (Eth) per validare i blocchi invece di consumare energia computazionale. Questo cambio ha drasticamente ridotto (>99%) il consumo energetico della rete rispetto al precedente PoW. Ethereum oggi opera con un consumo energetico trascurabile rispetto a blockchain PoW comparabili.

· Consumo energetico: Si stima che Ethereum consumi circa 2,4 GWh di elettricità all’anno, un valore estremamente basso in confronto a Bitcoin (nell’ordine dei milioni di volte inferiore). Gran parte dell’energia impiegata serve a mantenere i nodi validatori attivi; circa il 17% dell’energia proverrebbe da fonti rinnovabili.

· Emissioni di CO₂ stimate: Le emissioni annuali associate a Ethereum sono nell’ordine di ~795 tonnellate di CO₂ (principalmente dovute all’elettricità consumata dai nodi). Il carico per transazione è praticamente nullo: ogni transazione Ethereum comporta in media solo 0,0001 kWh di energia utilizzata e 0,00003 kg (circa 30 milligrammi) di CO₂ emessa. Questi numeri evidenziano l’ordine di grandezza inferiore dell’impatto ambientale di Ethereum post-Merge.

· Misure di mitigazione: La principale misura è stata l’adozione del PoS, che ha eliminato il bisogno di mining energeticamente intensivo. Questo ha portato Ethereum ad azzerare di fatto la propria impronta climatica relativa al consenso, rendendola significativamente più sostenibile. Ulteriori miglioramenti continuano attraverso soluzioni Layer-2 (es. rollup Ottimistici o ZK) che aumentano la scalabilità senza incrementare in modo apprezzabile il consumo energetico. Grazie a queste innovazioni, Ethereum minimizza l’impatto ambientale, con una riduzione di oltre 99% del consumo di energia rispetto alle reti PoW tradizionali.

Litecoin (LTC) – Proof-of-Work (Scrypt)

· Meccanismo di consenso: Litecoin adotta anch’essa un algoritmo di Proof-of-Work, sebbene utilizzi la funzione di hash Scrypt (diversa da SHA-256 di Bitcoin). Il mining di Litecoin è spesso effettuato in parallelo al mining di Dogecoin (merge mining), sfruttando parte della stessa potenza di calcolo per convalidare due blockchain. Come Bitcoin, PoW su Litecoin implica che i miner consumano energia elettrica per risolvere puzzle crittografici e aggiungere nuovi blocchi, garantendo sicurezza e decentralizzazione.

· Consumo energetico: La rete Litecoin ha un consumo energetico stimato intorno a 1,07 TWh all’anno, decisamente inferiore a quello di Bitcoin ma comunque significativo. (La metodologia ufficiale di calcolo considera l’allocazione della potenza miner tra Litecoin e altre coin merge-minate, nonché la soglia di profitto

dei miner, per stimare il consumo effettivo attribuibile a Litecoin) La quota di energia rinnovabile utilizzata dai miner Litecoin è stimata attorno al 15%, in linea con le percentuali osservate nel mining Bitcoin.

· Emissioni di CO₂ stimate: Le emissioni climalteranti imputabili a Litecoin sono dell’ordine di ~439.000 tonnellate di CO₂ all’anno (considerando le sole emissioni indirette da consumo elettrico). In media, ogni transazione Litecoin comporta un consumo di circa 0,04 kWh e l’emissione di appena 0,016 kg (16 grammi) di CO₂. L’impronta carbonica totale di Litecoin risulta quindi molto inferiore a quella di Bitcoin, proporzionalmente alla minore potenza di calcolo della sua rete e al minor numero di transazioni processate.

· Misure di mitigazione: A differenza di Ethereum, Litecoin non ha introdotto cambiamenti di protocollo per ridurre il consumo energetico – continua a basarsi su PoW e non prevede transizione a PoS. Tuttavia, benefici indiretti derivano dal merge mining con Dogecoin, che consente di ottimizzare l’energia spesa condividendo in parte il lavoro di mining tra due reti. Inoltre, come per Bitcoin, anche nel caso di Litecoin l’efficientamento dei miner (hardware più efficiente) e un maggior ricorso a fonti rinnovabili da parte degli operatori possono attenuare l’impatto ambientale, ma rimangono iniziative volontarie. In sintesi, Litecoin presenta un impatto ambientale significativo ma più contenuto rispetto a Bitcoin, pur mantenendo lo stesso meccanismo PoW e le relative criticità in termini di consumo energetico e emissioni.

*Fonti: Le informazioni sopra provengono dai crypto-asset white paper ufficiali redatti secondo la disciplina del MiCAR e notificati all’ESMA. In particolare, i dati quantitativi su consumi ed emissioni sono tratti dai white paper MiCA di Bitcoin, Ethereum e Litecoin, che riportano indicatori di sostenibilità ambientale ai sensi dell’Art. 66(5) MiCA. Ogni valore citato è basato su stime pubblicate in tali documenti, e le descrizioni qualitative dei meccanismi di consenso e delle misure di mitigazione sono anch’esse tratte dai rispettivi white paper. Questa informativa intende riassumere tali contenuti chiave, fornendo un quadro completo e conforme all’Art. 66(5) MiCA sugli impatti climatici di Bitcoin, Ethereum e Litecoin. Si precisa che le informazioni contenute nella presente Informativa non sono state verificate da CoinFlip. Le stesse costituiscono soltanto un ausilio meramente indicativo. CoinFlip non può essere ritenuta responsabile per eventuali inesattezze. Si raccomanda agli Utenti di svolgere proprie ricerche in merito all’impatto ambientale dei meccanismi di consenso delle cripto-attività supportate da CoinFlip.